La ricarica wireless è passata da una funzione di lusso a un elemento comune della maggior parte dei telefoni moderni. Basta posare il cellulare su un tappetino e l'energia inizia a fluire senza cercare cavi e connettori. Spiegheremo come funziona la ricarica wireless, cosa comporta il suo utilizzo e perché le tecnologie Qi e Qi2 sono diventate il nuovo standard di comodità.

I cavi stanno lentamente scomparendo e con loro la continua necessità di collegare i telefoni. Basta posare il dispositivo su un tappetino e in pochi istanti inizia a caricarsi. La ricarica wireless è diventata sinonimo di comodità e oggi la troviamo soprattutto nei modelli di smartphone di fascia alta.
Da funzione originariamente accessoria, si è trasformata in una tecnologia che sta gradualmente trovando la sua strada anche in altri dispositivi. Ora si caricano così anche orologi intelligenti, cuffie o power bank, e anche se non si tratta sempre dello stesso standard, il principio rimane simile. L'energia viene trasmessa senza la necessità di un cavo. Gli utenti apprezzano la semplicità e la compatibilità portate dallo standard Qi, mentre il più recente Qi2 aumenta l'efficienza e la precisione grazie ai magneti.
La ricarica wireless sta quindi lentamente diventando parte integrante dell'elettronica moderna. Ma come funziona questo principio e cosa succede effettivamente tra il tappetino e il tuo telefono quando l'energia inizia a fluire?
Poni il telefono sul tappetino, si accende la spia e il dispositivo inizia a caricarsi. La ricarica wireless, però, non è completamente senza fili. Il tappetino stesso deve essere collegato alla rete elettrica, poiché è proprio da lì che attinge l'energia necessaria per il trasferimento al telefono.
Dietro questo semplice principio c'è un fenomeno fisico chiamato induzione elettromagnetica, che l'umanità conosce da più di cento anni.
All'interno del tappetino di ricarica c'è una bobina attraversata da corrente alternata. Questa crea un campo magnetico che agisce su una seconda bobina nel telefono. In essa l'energia magnetica viene trasformata in energia elettrica, che ricarica la batteria. Affinché il trasferimento sia il più efficiente possibile, entrambe le bobine devono essere molto vicine tra loro, solitamente nel raggio di pochi millimetri.
Durante la ricarica del cellulare avviene anche una comunicazione tra il telefono e il caricabatterie. Condividono informazioni sulla posizione, la temperatura e la potenza per garantire che la ricarica avvenga in modo sicuro e con perdite minime.
Grazie a questa precisa coordinazione, la ricarica wireless è diventata non solo comoda, ma anche un modo affidabile per ricaricare l'energia senza necessità di collegare un cavo.
Per far sì che i diversi dispositivi si capiscano, è nato lo standard Qi, che ha unificato il modo in cui avviene la ricarica wireless e come i telefoni comunicano con i caricabatterie.
Qi garantisce la compatibilità tra i marchi, il passaggio sicuro dell'energia e la modalità di risparmio, quando non c'è alcun dispositivo sul tappetino. Sviluppato e certificato dall'organizzazione Wireless Power Consortium, vi collaborano produttori come Samsung, Sony o Apple.
Tuttavia, la tecnologia continua a evolversi. Il suo successore Qi2 aggiunge magneti che aiutano il telefono ad allinearsi esattamente sopra il caricabatterie. In questo modo si riducono le perdite e il trasferimento di energia è più veloce. Il nuovo standard inoltre aumenta la potenza massima e mantiene la compatibilità retroattiva con i dispositivi più vecchi.
Mentre tutti i nuovi iPhone dalla serie 12 supportano Qi2, nei telefoni Android l'adozione è più lenta. Molti modelli etichettati come "Qi2 Ready" possono utilizzare il nuovo standard con una cover magnetica.
La ricarica wireless offre comodità, ma non è ancora comparabile con la velocità del collegamento via cavo. Durante il trasferimento di energia si verificano perdite, poiché parte si trasforma in calore.
La versione originale di Qi offriva una potenza fino a 5 watt. Gradualmente sono comparse caricabatterie con una potenza di 15 a 25 watt, che oggi sono comuni. Alcuni marchi, come Xiaomi o Honor, sviluppano propri sistemi con una potenza di oltre 80 watt. Tuttavia, questi di solito funzionano solo con modelli specifici e non sono compatibili con altri dispositivi.
Il più recente standard Qi2 risolve il principale punto debole delle versioni precedenti – il posizionamento impreciso del telefono. I magneti integrati allineano il dispositivo esattamente sopra la bobina, riducendo le perdite e accelerando il trasferimento di energia. Il caricabatterie comunica inoltre con il telefono, regola la potenza e monitora la temperatura, per evitare che la batteria si surriscaldi.
Grazie a questi miglioramenti, la ricarica wireless si avvicina all'efficienza dei caricabatterie tradizionali e diventa una soluzione affidabile per l'uso quotidiano.

La ricarica wireless è apprezzata principalmente per la comodità che offre. Non è necessario cercare il cavo giusto né cercare di inserire il connettore. Basta posare il telefono sul tappetino e l'energia inizia a fluire. Tuttavia, la tecnologia ha oltre ai vantaggi anche i suoi limiti.
La ricarica inversa utilizza lo stesso principio della ricarica wireless, solo in direzione opposta. Un telefono con questa funzione può trasferire energia a un altro dispositivo – come cuffie wireless, orologi intelligenti o un altro telefono.
Basta attivare la funzione nelle impostazioni e posare il secondo dispositivo sul retro del telefono. Entrambe le bobine si connettono e il trasferimento di energia inizia automaticamente. Viene utilizzato più spesso nei modelli Samsung (PowerShare) o Huawei, che sono stati tra i primi produttori a offrire la ricarica inversa.
Per trasferire energia è necessario che il telefono abbia un retro di vetro. Il metallo ostacolerebbe il passaggio del campo elettromagnetico, rendendo impossibile la ricarica wireless.
La ricarica inversa non sostituisce una power bank classica, ma in situazioni in cui è necessario ricaricare rapidamente un dispositivo più piccolo, può risultare molto utile.
Nella scelta di un caricabatterie wireless è fondamentale verificare che supporti lo standard Qi. Questo garantisce che il caricabatterie funzionerà con la maggior parte dei telefoni sul mercato. La potenza delle piastre regolari è intorno ai 15 watt, ideale per la ricarica quotidiana del cellulare.
Molto pratici sono anche i supporti, che permettono di vedere lo schermo durante la ricarica, o le stazioni multiporta per caricare più dispositivi contemporaneamente. In auto conviene scegliere un modello con fissazione fissa, per mantenere il telefono al suo posto anche durante il viaggio.
Per una maggiore longevità della batteria, si consiglia di tenere il dispositivo fuori dal sole diretto, evitare il surriscaldamento e non lasciare il telefono costantemente sul caricabatterie dopo il raggiungimento del 100%. Sebbene la ricarica wireless sia delicata sui porte, fa bene alla batteria scaricarsi e ricaricarsi di tanto in tanto nel modo classico.
La ricarica wireless ha fatto grandi passi avanti negli ultimi anni. Da tecnologia lenta e più sperimentale è diventata una funzione comune degli smartphone. Con l'arrivo dello standard Qi2, l'efficienza e la velocità sono aumentate, inoltre i magneti hanno risolto il problema del posizionamento preciso del dispositivo.
Resta però il dubbio su quale direzione prenderà la tecnologia in futuro. I produttori stanno già testando il trasferimento di energia a distanze maggiori, come la ricarica di un cellulare che si trova solo nelle vicinanze della stazione. Una soluzione del genere eliminerebbe anche l'ultima necessità di posare il telefono su un punto specifico.
Tuttavia, per ora si tratta più di esperimenti di laboratorio. Una diffusione su larga scala richiederebbe nuovi standard di sicurezza e perdite energetiche inferiori. L'attuale sviluppo si concentra principalmente sull'efficacia delle soluzioni attuali e sull'integrazione dei caricabatterie nei mobili, nelle auto o negli spazi pubblici.

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